Castelli di rabbia

Oltre ad aver letto molto di più quest’estate in vacanza che in tutta la mia vita, mi sono imbattuto inconsapevolemnte in due ‘opere prime’: “Castelli di rabbia” di Alessandro Baricco e “Branchie” di Nicolò Amanniti.E’il primo romanzo di Baricco che leggo e se non conoscessi già l’autore per “Novecento”, mi stupirei molto del suo modo di scrivere, a primo avviso molto colloquiale, in realtà  studiatissimo, attento e a tratti virtuoso.Quinnipak, un paese inglese inventato, è la cittadina in cui vive il Signor Rail, imprenditore di rilievo e proprietario della Vetreria Rail, famosa in tutto il mondo.Il sogno del Signor Rail è quello di costruire un lungo tratto di strada ferrata, quasi 200 km, che porta a Morivar, città  nella quale conobbe la sua futura, bellissima, sposa Jun e alla quale dedica – per tutta la vita – quel suo progetto.A Quinnipak vivono molti personaggi tra i più strani e singolari che Baricco possa immaginare: ognuno di loro ha il “sogno nel cassetto” che cercherà  di raggiungere per tutta la vita. Ma a volte “accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.” e ognuno di loro sarà  portato – in qualche modo – ad abbandonare il sogno. Tutti a meno di Jun. Lei la troverà , la sua America, 32 anni dopo.“Ne passarono trentadue, di anni, prima che Jun riprendesse la sua valigia, si stringesse addosso il suo pacco, e uscisse dalla porta della casa del signor Rail Mattino presto. L’aria sciacquata dalla notte.
Pochi rumori. In giro, nessuno. Jun scende il sentiero che porta alla strada. C’è il calesse di Arold che l’aspetta. Passa tutti i giorni, lui, da là. Non gli importa di farlo un po’ più presto del solito, quel giorno. Grazie, Arold. Grazie di che? Il calesse parte. Macina la strada a poco a poco. Non tornerà  indietro. Qualcuno si è svegliato da poco. Lo vede passare. E’ Jun. Jun che se ne va. Ha un libro, in mano, che la sta portando lontano.”Un libro da leggere assolutamente.

Un pensiero riguardo “Castelli di rabbia

  • 11 Settembre 2007 in 18:23
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    Mi hai fatto venir voglia di rileggere OceanoMare (sempre di Baricco), il libro più bello e suggestivo che abbia mai letto.

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