Gardaland

Sabato mattina, dopo una notte trascorsa all’hotel Leon d’Oro di Verona, sveglia non troppo tardi e ci prepariamo per partire alla volta di Gardaland. Il cielo è grigio e non promette nulla di buono, e mentre stiamo partendo inizia a diluviare, ma gli altri sono già partiti da Pavia e… decidiamo di fidarci delle previsioni che danno tempo in miglioramento da mezzogiorno. Tra l’altro per noi Gardaland è di strada e dunque alla peggio arrivati lì decideremo di proseguire verso casa. Piove ancora quando, dopo un po’ di coda (nessuno si è fatto dissuadere dal tempo, mannaggia?), arriviamo all’ingresso del parco. All’orizzonte si vede un po’ di azzurro nel cielo, e così entriamo nel parco. Innanzitutto saliamo (ovviamente dopo una discreta coda rallentata anche da una pausa tecnica) sul Mammut, di fatto una sorta di ottovolante soft e quindi adatto più o meno a tutti: tre salite seguite ciascuna da discese via via più emozionanti, ma senza arrivare a giri della morte o tratti a testa in giù. Molto divertente, ma se siete super paurosi potrebbe già non fare per voi! Nel frattempo è uscito il sole: non ci spostiamo di molto per arrivare alle Jungle Rapids, dove il tempo di attesa è ancora molto ridotto… ne approfittiamo subito! Un percorso non particolarmente emozionante, su queste acque mosse grazie a grandi pale che girano a pelo d’acqua e con ostacoli che ci fanno girare su noi stessi. Verso la metà del percorso c’è una sorta di galleria con acqua nebulizzata e un po’ di effetti speciali. Usciti dalla galleria qualche onda ci colpisce proprio in pieno, risultato scendo dalla barca completamente quasi completamente bagnata e nemmeno tanto soddisfatta. Ma già che siamo bagnati decidiamo di finire l’opera prima di pranzo: andiamo all’altra attrazione acquatica, Fuga da Atlantide! Due salite e successivamente due discese rapidissime (come dice il nome del resto :p), per il resto solo una lenta navigata su acque chete… nessuno ci spara acqua dai cannoni a monete posti sul bordo del percorso e così non ci bagniamo nemmeno tanto! Ormai sono quasi le 2! Andiamo all’area picnic e ci accomodiamo su un tavolo (un po’ a rischio perché ci sono degli zaini appoggiati sul tavolo… come su tutti i tavoli. Ma qui la gente lascia le cose la mattina quando arriva e le riprende la sera prima di uscire dal parco!), mangiamo i nostri panini e poi… beh, decidiamo di dedicarci ad attrazioni un po’ tranquille, come il Transgardaland Express, un trenino simpatico ma… il giro non ci permette di vedere il parco come speravamo e a un certo punto siamo obbligati ad andare avanti a manovella (il macchinista ci spingeva letteralmente girando una grande ruota, finché non è arrivata la discesa). Passeggiando ci dirigiamo verso la parte opposta del parco dove andiamo a Timevoyagers. Dopo una discreta attesa in diversi punti dell’attrazione prima di arrivare alla sala cinematografica ci troviamo seduti in poltrona: bolle di sapone, spruzzi, sbalzi e vibrazioni, … La visualizzazione 3D è davvero carina, sembra di poter afferrare gli oggetti e di andare davvero a sbattere lungo la strada insieme a Spongebob. La storia è decisamente per bambini ma non avendo mai provato il 4D l’ho trovata un’esperienza interessante. It’s time to go home. C’è giusto il tempo di mangiare uno zucchero filato, tornando un po’ bambina!

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