Langhe – Neive
Il nostro giro in questa terra di colline e di viti inizia da Neive, paesino arroccato su una collina, come tanti da queste parti, annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Entriamo nel centro da Porta San Sebastiano, poco distante dall’omonima cappella. Una breve salita ci porta in piazza Italia, sede del comune che mi colpisce anche per l’insolito collegamento aereo con l’edificio di fronte. Percorrendo un’altra stradina raggiungiamo la dimora dei Conti di Castelborgo, che riconosciamo dall’ingresso al giardino caratterizzato da tre archi. Peccato che palazzo e giardino siano entrambi chiusi perché, come avremo modo di scoprire, gennaio e febbraio sono i due mesi in cui tutti gli abitanti delle Langhe vanno in vacanza. A poca distanza dal palazzo si trova la porta di San Rocco, l’altro storico ingresso al borgo, attraverso la quale vediamo la bella Cappella di… indovinate?!? Proprio a fianco alla porta c’è un altro bel palazzo signorile, e un altro appena dentro le mura. Torniamo sui nostri passi verso palazzo Castelborgo per imboccare la strada che si trova sopra il vecchio camminamento delle mura e salire verso la chiesa parrocchiale e la bella San Michele, architettura particolare del Borgese che ha firmato tutti i principali edifici di Neive e che qui si è espresso magistralmente. Saliamo ancora per raggiungere la Torre del Monastero, del X secolo, e goderci la vista del paese dall’alto! La discesa nuovamente verso piazza Italia è rapida e decidiamo di fermarci qui a mangiare. In paese ci sono due ristoranti e ci facciamo attrarre, anche per i prezzi leggermente più bassi (ma alti per la media della zona!), dalla Luna nel Pozzo. Il posto è abbastanza chic, all’ingresso ci prendono i cappotti e ci fanno accomodare ad un tavolino apparecchiato attentamente, con tanto di rosa rossa, centrino sul sottopiatto e piattino per il pane come da galateo. Il mio menu non riporta alcun prezzo, al contrario di quello di Marco… ordiniamo un secondo a testa, entrambi molto buoni, ma non ce li godiamo fino in fondo perché ci sentiamo osservati (il fatto che oltre a noi ci sia solo un’altra coppia non aiuta i camerieri a distrarsi). Prima del caffè, servito con coperchio :), passano a raccogliere le briciole con una palettina d’argento e rischiamo l’incidente diplomatico perché non riusciamo a trattenerci dal ridere avendo notato che ne hanno dimenticata una. Arriva il momento del conto e Marco, incurante dei menu senza prezzi, mi chiede 5 euro così non ci devono dare il resto… insomma, non è un posto che fa per noi e appena fuori ci facciamo, stavolta sì, una grossa grassa risata prima di metterci in cammino verso la prossima meta.